Monday, June 28, 2004

Addavenì The Day After

Il film The Day After Tomorrow non vi ha raccontato tutto. La cronaca sulla nuova glaciazione si concentrava infatti sugli eventi statunitensi senza prendere in considerazione le altre nazioni: il nostro spirito patriottico ci spinge a colmare questa lacuna e, sulla falsariga di quanto narrato per gli Stati Uniti nel film, il Luco Cinefilo cercherà di ricostruire qui per voi lo stesso scenario anche per quanto riguarda il nostro amato belpaese.

Ecco quindi qui di seguito la sceneggiatura di "Addavenì The Day After"!!


"Quando tardivamente il presidente degli Stati Uniti scopre quale sarà l’evoluzione della glaciazione, telefona al suo caro amico Silvio in Italia per fornirgli i dati rinvenuti dal tabulato previsionale: la glaciazione congelerà anche mezza Italia e chi si troverà entro 24 ore sopra Napoli morirà ibernato.

Bisogna fare evacuare le regioni sopra la Campania, e soltanto dall’Emilia a scendere, perché purtroppo per le regioni più a nord (Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli) è già troppo tardi. Appena il Presidente Silvio da la notizia in un comunicato a reti unificate, in alcune regioni iniziano a partire i primi tricchettracche di festeggiamento.

Il Presidente Silvio però non potrà seguire in diretta le operazioni di evacuazione della popolazione: infatti suo figlio Piersilvio si trova a Milano, per frequentare un corso di ballo liscio a cui si era iscritto esclusivamente per stare vicino a una velina di cui si era infatuato. Silvio, spinto dall’amore paterno, decide di affrontare il viaggio per cercare di salvarlo. A questa notizia Previti e Confalonieri, per il timore di perdere il loro vecchio amico (e di restare quindi col culo scoperto), si offrono per accompagnarlo nella rischiosa spedizione. Fede, che si unirebbe volentieri a sua volta alla comitiva, deve però restare in quel di Roma, a rischio della sua stessa vita, per stare al capezzale di una sua giornalista gravemente ammalata a seguito di un colpo d’aria causato da una scollatura, in quanto spera che la suddetta, a causa dei deliri causati delle febbri, finalmente gliela dia.

Le operazioni di sgombero vengono quindi affidate a Fini e Bossi, ma questi si trovano a dover affrontare un grave problema: il sud sbarra loro il passo. Gli abitanti del nord provano dapprima ad emigrare clandestinamente nel sud passando via mare, ma vengono intercettati dai motoscafi dei contrabbandieri e rispediti indietro. Inizia allora una fitta serie di contrattazioni e finalmente riescono ad ottenere l’accordo: la lingua nazionale diventerà da quel momento il barese (a questa notizia i toscani scoppiano in lacrime e a vedere ciò il morale del resto della popolazione un po’ si risolleva), l’inno nazionale sarà la O sole mio e Fini e Bossi dovranno cambiare i loro nomi all’anagrafe rispettivamente in Guappo Eccartone e Omme Emmerda.
Una volta siglato l'accordo, è lo stesso Toto Riina ad accogliere il parlamento italiano in un campo profughi allestito appositamente per loro in uno stadio sulla costa pugliese.

Nel mentre Piersilvio, dopo aver bruciato tutti i classici della letteratura per scaldarsi (tanto li aveva già letti e riletti tutti nelle isole Maurithius in compagnia di suo padre e di Previti), si fa confondere dal nome e da fuoco anche alla velina.

Silvio intanto sta salendo con gli altri due prodi verso la Lombardia, ma lì si ricorda che ha una priorità ben più importante di Piersilvio e devia verso la Svizzera. Dopo mille avversità riesce infine a raggiungere Ginevra, ma scopre che purtroppo è arrivato troppo tardi: il suo conto ormai è congelato."

0 Comments:

Post a Comment

<< Home